sabato 12 febbraio 2011

Bibi, la democrazia è un naso rifatto.

Mentre cercavo di seguire gli aggiornamenti di piazza Tahrir, ho scoperto che la foto vincitora del world press photo di quest'anno è quella di Bibi Aisha, una ragazzina sfregiata dal marito. La foto è un ritratto su fondo nero (sarà forse il suo passato?) dove la ragazza con un leggero velo ci mostra il suo viso senza naso. La didascalia ci dice che la ragazza, in pakistan, era stata data in moglie a un talebano quando ancora era bambina e siccome lei voleva lasciarlo lui le ha fatto violenza. Per fortuna c'erano le ONG americane che hanno salvato la ragazza portandola in America la patria della libertà dove potrà rifarsi una vita e sarà rispettata, le hanno pagato pure una protesi nasale, regalo d'accoglienza.
È anni che si sa e vediamo immagini di donne sfregiate con l'acido in India o semplicemente uccise per la loro condizione di vedovanza, ma quella che fa notizia è la bella Aisha o più pop chiamarla Bibi, la quale diventa simbolo dell'inciviltà dei talebani, indi musulmani indi arabi (l'assurda capacità umana di creare sillogismi infondati), nel giorno della vittoria di una società civile su una democrazia corrotta e impossibile (del resto democrazia era considerato l'Egitto fino a pochi giorni fa). La coincidenza del premio a questa foto volta simboleggiare che le donne e le società del cosidetto terzo mondo si possono salvare solo grazie alla missione civilizzatrice dell'uomo bianco e dell' 'occidente', che tutt'ora sopporta il suo antico fardello, nella giornata di ieri dovrebbe servire a sbugiardare questa idea.