giovedì 11 marzo 2010

alice in wonderland

Ho visto Alice in wonderland di Tim Burton, che porcheria, ancora mi domando perchè abbia voluto fare questo film, erano anni che non andavo al cinema e me ne sono pentita. Mi sembra immorale sfruttare il nome di una opera letteraria complessa e intelligente per produrre un filmetto d'azione manicheo, un'insulsa produzione Disney. Il film più che il libro cita il cartone animato (ed è quello che dovrebbe citare nei titoli di coda), sfrutta quell'iconografia e altra da precedenti film di Burton. Non c'è neanche un accenno alla ricchezza dei giochi linguistici e dei paradossi presente nel libro privo di una trama lineare, dove si approfondisce il legame con il tempo e non esistono buoni e cattivi. Il film trasforma il mondo delle meraviglie in un mondo di buoni e cattivi, dove ovviamente Alice è l'unico essere (umano) in grado di salvare i buoni dalla cattiva regina rossa. Burton ripropone l'ennesima storia sulla superiorità umana: dalla Storia Infinta ad Avatar, il fardello dell'uomo bianco. Alice una bambina e per di più una senza cazzo può salvare un mondo di mostriciattoli strambi e la loro bellissima ed eterea regina. Tanto buono sarebbe il mondo con la regina bianca che si dimentica che è pur sempre una regina in un sistema classista con nobiltà e popolino, con soldati pronti a uccidere per difenderla e per la patria.
Non so se sono io che mi faccio prendere ma mi pare tra l'altro di vedere un tentativo di inventare e riscrivere la Storia: la cattiva regina rossa ha una somiglianza forte con Elisabetta e la regina bianca con Maria Stuarda, uno scontro tra anglicani e cattolici, con la vittoria dei cattolici che ovviamente sono buoni con il senso del perdono e infliggono solamente un modesto castigo.
Alice inoltre dovrebbe incarnare una storia di “emancipazione” femminile che mi pare dubbia: rinuncia a sposarsi, dopo la sua avventura incredibile, non per farsi una vita sua, ma trasformandosi in suo padre; questa “scelta” sembra rinnegare il mondo materno per quello paterno. Alice diventa suo padre come il brucaliffo una farfalla e parte pronta per una nuova impresa commerciale o sarebbe meglio dire coloniale (perpetuando la matrice patriarcale)?




Wisława Szymborska - Ścięcie

Dekolt pochodzi od decollo,
decollo znaczy ścinam szyję.
Królowa Szkocka Maria Stuart
przyszła na szafot w stosownej koszuli,
koszula była wydekoltowana
i czerwona jak krwotok.

W tym samym czasie
w odludnej komnacie
Elżbieta Tudor Królowa Angielska
stała przy oknie w sukni białej.
Suknia była zwycięsko zapięta pod brodę
i zakończona krochmaloną kryzą.

Myślały chórem:
"Boże zmiłuj się nade mną"
"Słuszność po mojej stronie"
"Żyć czyli zawadzać"
"W pewnych okolicznośćiach sowa jest córką piekarza"
"To się nigdy nie skończy"
"To się już skończyło""Co ja tu robię, tu gdzie nie ma nic".
Różnica stroju - tak, tej bądźmy pewni.
Szczegół
jest niewzruszony.

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