giovedì 25 marzo 2010

La formacion que necesitas, con la calidad que mereces

L'università oggigiorno è un insulto all'intelligenza umana. Non credo sia possibile definirla istruzione superiore. Studio in una facoltà umanistica e mi sorprendo dei pochi aggiornamenti degli insegnanti visto che la base dell'università, secondo il mio punto di vista, è proprio la ricerca. Sembra che ci siano ambiti in cui l'aggiornamento sia del tutto superfluo, come nel caso dell'insegnamento della lingua araba. Quest'anno d'erasmus ho utilizzato un libro scritto a macchina, prima dell'era dei computer, tanto la lingua non cambia menchemeno gli ottimi e vecchi metodi di apprendimento. La letteratura poi sarebbe meglio definirla lettura, l'analisi dei testi è raccapriciante, mi sento insultata se mi si chiede in una lezione del quarto anno di filologia di individuare il narratore e dividere il racconto in parti. Sembra che la critica sociologica non esista, men che meno un'analisi marxista della storia, che viene spiegata attraverso aneddoti; il che è tragicomico: la battuta facile di un professore rende più stupida la lezione ma non è esattamente ciò che dovremmo incontrare. Mi ricordo in seconda liceo il terrorismo del mio prof che mi metteva in guardia dal ricordare la storia egizia attraverso il morso di un serpente a un'affascinante regina e ora mi trovo a lottare perchè non si riduca veramente a questo il mio tempo in una facoltà.
Vengono confusi gli insegnamenti e così mi trovo a studiare linguistica descrittiva in un corso di sociolinguistica. Mi sento dire che la differenza tra chi sta dentro e fuori l'università è un più vasto conoscimento di nozioni e non una sviluppata capacità critica e l'apprendimento di metodologie per approfondire i propri campi di studio.
Sembra che la figura dell'insegnante nel migliore dei casi si è trasformata in un “bigino” umano, trasmettitore univoco di libri riassunti, purtroppo molte volte anche malamente e nonostante l'insegnante sia l'autore di quei testi; nel peggiore l'insegnante assume l'attitudine di divinità e usa le ore dedicate alle lezioni per un'esaltazione fuorviante del proprio ego e gli studenti come analisti.

in fieri

1 commento:

  1. "Mi sento dire che la differenza tra chi sta dentro e fuori l'università è un più vasto conoscimento di nozioni e non una sviluppata capacità critica e l'apprendimento di metodologie per approfondire i propri campi di studio".

    Questa frase mi fa veramente paura

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