martedì 16 marzo 2010

vorrei che fosse amore

La costruzione culturale dell'amore mi mortifica. Non ci trovo niente di naturale, mi sento una vittima di tale idea, sono cresciuta ascoltando canzoni e leggendo di uomini che si innamoravano perdutamente e alquanto romanticamente di una donna che non conoscevano, solamente mirandola, contemplandola. In questo modo io pure mi innamoravo (per fortuna consideravo il genere maschile neutro, e non mi rivedevo nella dona petrarchesca) del ragazzo più bello e come nelle canzoni non riuscivo neanche a parlargli e bruciavo di passione vedendolo. Questo martellamento culturale post-romantico credo uccida negli esseri umani, sue prede, la capacità di creare relazioni serene e reali, mi intristisce vedere la tensione che si crea dentro di me in questa lotta contro ciò che considero una cultura arcaica e inutile, contro una idea nuova di relazione di cui ancora non mi sono chiare le caratteristiche a causa della difficoltà di creare qualcosa da una costruzione sociale quasi unanimamente condivisa. Credo anche che la mia generazione intera viva questa tensione con il risultato di una paura alla relazione e al confronto, si sente la necessità di un nuovo tipo di legame ma non si sa da dove cominciare, spaventa tanto che alla fine vedo una rinuncia.
Il vero problema credo si manifesti nell'intimitá dell'attività sessuale, dove ho avuto il dispiacere di osservare un'incapacità da parte dell'uomo di mettere veramente in discussione il suo ruolo (troppo spesso mi sono sorpresa che la considerazione paritaria della donna fosse soltanto un'espressione verbale politicamente corretta). In questo modo il sesso si è trasformato per molte di noi in qualcosa di estremamente noioso e troppo ricco di clichè. Come dice Bourdieu è difficile per un uomo trattare alla pari una donna come per un padrone il suo servo, perchè rinunciare a questa sottomissione e a parte del proprio piacere fisico quando non è necessario?
Per questo anche se penso che la base della nuova relazione donna/uomo sia la considerazione dell'altro come pari in una continua negoziazione delle proprie esigenze e in completa onestà dubito che sia possibile e nonostante insisto è necessario far piazza pulita dei vecchi modelli e attraverso la sincerità e il confronto lottare contro questi.

2 commenti:

  1. Cara,
    si può costruire una relazione che non appartenga a modelli precostituiti. Non è facile. Per me è stato necessario conoscere prima me stesso un po’ meglio. Nelle mie prime relazioni significative non era facile mettersi in discussione, decostruirsi e ricostruirsi con l’altra, per questo mi veniva più facile adagiarmi dentro a sicuri schemi e modelli. Ma non ha funzionato, come tu dicevi la relazione e non solo il sesso diventavano noiosi. Un’amicizia con una coppia gay, mi ha fatto scoprire come la non-esistenza di modelli tradizionali, forzava la loro relazione alla continua messa in discussione di tutto, all’infinita negoziazione, al continuo sorprendersi a vicenda. La relazione era uno spazio nuovo per sperimentarsi e conoscersi. Prima di riuscire a fare questo con le mie relazioni ho dovuto acquisire confidenza e sicurezza in me stesso e trovare una persona con cui sentirmi totalmente a mio agio. Adesso possiamo giocare, sperimentarci, conoscerci e regalarci ogni giorno emozioni nuove; non c’è noia, non è un percorso lineare ma ci porta ogni giorno a un livello più profondo di conoscenza di noi stessi e del mondo. È qualcosa di magico, anche i colori delle cose adesso sono diversi, più intensi.

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  2. Las relaciones actuales se siguen basando en las ideas preconcebidas que proyectamos en los demás. Desde el momento en que un chico ve a una chica proyecta en ella todo lo que este sistema tan eficiente a la hora de crear Narcisos le ha enseñado. Casi desde el primer cruce de miradas, los “enamorados” empiezan una lucha por intentar encajar una personalidad desconocida entre los versos de una canción de dudosa calidad y lo mejor es que seguimos pensando que es genial.

    Sexualmente la situación no es mas esperanzadora. Si fuera de la cama estamos condicionados hasta la saciedad por leyes cómico-comerciales, dentro de ella estos condicionamientos se vuelven mas egoístas y cobardes. Sí, he dicho cobardes.

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